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Egemonie Culturali e Dove Trovarle

Bieca Pubblicistica di un Libro Prossimo Venturo.

     2022, estate finita da poco, sebbene il clima non lo dia parecchio a vedere. Un refolo neurale mi attanaglia mentre una signorina con una vistosa calata romanesca prende una campanella in mano prima di agitarla come a chiamare i maiali al trogolo.

     Fast forward (o avanti veloce per i puristi della favella).

     Sempre 2022 un pochino più tardi, sebbene il caldo permanga. Il governo ha deciso: i rave party sono cattivi. Me lo segno, anche se le mie frequentazioni di rave party si fermino ai volantini. Una nuova consapevolezza si instilla dentro me.

     Inizio 2023. L’anno inizia senza Benny 16. Ora senza quel papa vegliardo e un po’ bacchettone al trittico destrorso rimangono solo Patria e Famiglia. Una catastrofe. Domenico mi guarda. Capisco perfettamente quello che mi vuole dire: occorre muoversi, organizzarsi sistematizzare. Dobbiamo venderci a favor della prosperità economica.

     Maggio 2023. Il made in Italy diventa liceo. Servono nuovi libri di testo, Domenico mi scruta. Faccio un cenno di intesa: la road map della rivoluzione culturale peripatetica è tracciata; di questa noi saremo inchiostro e pennino. Alla facciaccia di Giubilei, che bentroviamo al Salone del Libro sotto il campeggiante nome di Antonio Gramsci.

     Giugno 2023. Silvio è non più. Tra le bandiere a mezz’asta i nostri cuori battono il tempo di una trenodia catastrofica, il secolo è finito. La rivoluzione è alle porte. E la rivoluzione non è certo tipo da bussare. Lo scribacchiamento continua mentre il fu ci saluta da sotto le sottane della Madunina.

     Luglio 2023. Deturpare i monumenti per manifestare è reato. Domenico e il sottoscritto abbracciamo il busto impettito del ministrissimo Sangiuliano, da noi realizzato con la cartapesta fatta con le pagine strappate dai sacrileghi volumi di Marx, Grillo e Renzi e la colla estratta dai resti terreni e non deperibili del compianto di cui sopra. Altro che saponette. Nel frattempo, l’abietta maternità surrogata, flagello delle famiglie tradizionali, diventa crimine onniperseguibile, con buona pace di quei bacia invertiti degli spagnoli. Il solco iniziale inizia a tracciare il fiume della neoitalianità.

     Settembre 2023. Le spoglie di un comunista golpista vengono esposte nella Camera dei deputati della Repubblica. I tamburi della libertà risuonano mentre i compagni liberal e woke fanno la conta dei loro ultimi baluardi. La mano di un napoletano a Capodanno ha troppe dita in disavanzo. Il nostro alacre lavoro continua incessante, consapevoli della nostra responsabilità verso la patria cultura pensiamo, scriviamo e cogitiamo, contemplando il grande passato che risiede nel nostro futuro.

      Dicembre 2023. L’anno si chiude con accordi patriottici, mentre i giornalisti urlano il loro disappunto contro il sistema immunitario della premier, messo alla prova da un malanno bolscevico. Fissiamo per il nuovo anno un appuntamento presso il Ministero della Cultura nelle sacre aule del Collegio Romano.

     Gennaio 2024. La bozza dell’opera omnia è pronta, spolverati libri e moschetti arriviamo, con le cartelle piene di speranza e amor patrio, alla presenza dell’artefice del disfacimento dell’egemonia culturale delle sinistre liberal: l’uomo venuto dal Pansini, colui che vota al premio Strega pur non credendo nelle fattucchiere, il vincitore dei più rinomati premi culturali dell’italico stivale, il principe delle presse a stampa, il vate venuto da partenope, il colossale Gennaro Sangiuliano! Costui, nella sua radiosità, prende le cartelle stampate rigorosamente in italic e, dopo ore di affannata lettura chiede:
     – Sarebbe uno scherzo? – le sue parole rimbombano nei timpani pregni di cerume tricolore – Qua voi maramaldi fate sembrare la Destra come un coagulo di cialtroni.
Guardo Domenico che svicola il mio sguardo, forse per la grande onta risultata dalla nostra opera, glissa, sottace, stende un velo pietoso, mentre  l’imponente Ministro convoca i birri del ministero per farci scortare fuori dalle divine aule, ma più dei manganelli avvolti nella Treccani, lo sguardo disgustato del Ministro urta il mio spirito.

     Mi sovviene un pensiero: non ho riletto quello che abbiamo scritto… un vocabolario della destra dopotutto… Cazzo, fa ridere. Non era una cosa voluta. Be’, forse a conti fatti è meglio così. Non ci vedremo i soldoni e avremo perso un anno nel lavorare a un’opera di propaganda che fa il contrario della propaganda, ma alla fine la nostra anima ne uscirà intatta.

     Così (forse) nasce “Libro di Destra”, la prossima pubblicazione di GonZo editorE che si prefigge l’ambizioso goal di spiegare la lingua, le frasi e gli autori della rivoluzione culturale prevista dal Ministro Sangiuliano, di cui conserviamo gelosamente busto e diffide.

     Presto disponibile su questo sito!
         (tipo il 28 di Marzo, poi magari anche prima)

     Stay tuned!

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